Tutor DSA

Recupero scolastico e progetti d'eccellenza

In questa pagina rispondo alle domande che spesso mi vengono fatte sul mio lavoro di tutor DSA.
Se anche tu che stai leggendo hai dubbi e curiosità, puoi scrivere a consigliocoach@gmail.com e avrai presto una risposta.

Chi è il tutor DSA?

Il tutor DSA è un professionista specializzato nelle strategie di apprendimento che ha frequentato corsi di livello universitario. Egli sa rapportarsi costruttivamente con il bambino che ha disturbi specifici di apprendimento e, operando al di fuori del contesto scolastico, ne migliora il rendimento e le capacità relazionali all'interno del contesto classe.

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I DSA sono studenti meno intelligenti degli altri?

Nient'affatto. Molti giovani hanno problemi a scuola o con i compiti non perché mancano di intelligenza ma perché hanno scarse capacità esecutive. Il compito del Tutor DSA è favorire in loro le competenze richieste per pianificare lo studio e svolgere i compiti. Vanno perciò curati la gestione del tempo, la memoria di lavoro, la capacità di individuare e organizzare i materiali necessari, l'attenzione sostenuta, il mantenimento del focus sull'obiettivo e la meta-cognizione.

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Qual è il primo approccio di un tutor con uno studente?

Prima di iniziare l'attività, ad esempio lo svolgimento dei compiti a casa, il tutor chiede allo studente di rispondere a queste domande:

  • Quando è il momento migliore per fare i compiti?

  • Alcune materie ti risultano più difficili di altre?

  • Ti distrai facilmente mentre studi?

  • Che tipo di pensieri ti distraggono di più?

  • Come gestisci le distrazioni quando vengono?

  • Ci sono cose che preferiresti fare al posto dello studio? Quali?

  • Riesci ad elencare dei motivi per i quali lo studio potrebbe essere importante nella tua vita?

  • Come trascorri il tuo tempo quando non sei a scuola?

  • In quali attività extrascolastiche sei coinvolto?

Le risposte servono al tutor per conoscere lo studente e renderlo consapevole di non trovarsi all'interno di una prigione in compagnia di un aguzzino i cui strumenti di tortura sono i libri. Per fortuna non siamo nell'antica Roma, dove ai maestri era concesso l'uso della ferula e delle scudisciate per imparare a scrivere e far di conto. Oggi un bravo tutor è colui che riesce a trasformare il dovere dello studio nel piacere di studiare.

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Cosa differenzia un tutor da un insegnante di doposcuola?

Semplicemente il fatto che un tutor non è un insegnante di doposcuola. Il termine tutor deriva dal latino tutor, derivato a sua volta da tueri, «difendere, proteggere». Il tutor difende lo studente dalla sua ombra, quell'aspetto negativo e inconscio della personalità che lo porta a ottenere risultati scolastici pessimi.

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Cos'è il PDP - Piano Didattico Personalizzato?

Il Piano Didattico Personalizzato, meglio conosciuto con la sigla PDP, è un documento ufficiale che la scuola redige per gli studenti con Disturbi Specifici dell'Apprendimento o con altri bisogni educativi speciali. La sua funzione è quella di trasformare in pratica quotidiana ciò che la legge 170/2010 e le Linee Guida ministeriali hanno stabilito: cioè il diritto di questi studenti a un percorso scolastico equo, accessibile e rispettoso delle loro modalità di apprendimento.
Il PDP viene costruito collegialmente dal consiglio di classe, in accordo con la famiglia e, quando possibile, con lo stesso studente. All'interno vengono definiti in maniera chiara i punti di forza e di fragilità dell'alunno, le strategie metodologiche e didattiche più adatte, gli strumenti compensativi da utilizzare (ad esempio mappe concettuali, sintesi vocale, calcolatrice), le misure dispensative (come riduzione della quantità di esercizi, tempi più lunghi nelle verifiche, modalità di valutazione personalizzate) e gli obiettivi formativi che si intendono raggiungere.
In sostanza, il PDP è una sorta di "patto educativo" scritto, che mette nero su bianco le modalità con cui la scuola si impegna a garantire a quel ragazzo o ragazza le stesse opportunità di apprendimento dei compagni, pur partendo da bisogni diversi.

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Cosa sono gli strumenti compensativi per gli alunni con DSA?

Gli strumenti compensativi sono mezzi, spesso tecnologici ma non solo, che permettono agli alunni con DSA di affrontare le richieste scolastiche senza rimanere penalizzati dalle difficoltà legate al disturbo. In pratica servono a "compensare" l'abilità che risulta deficitaria, dando allo studente la possibilità di dimostrare davvero quello che sa.
Un bambino con dislessia, per esempio, può avere ottime idee e una buona capacità di ragionamento, ma faticare nella decodifica del testo scritto: in questo caso una sintesi vocale o un audiolibro gli consentono di accedere ai contenuti senza dover passare per una lettura lenta e faticosa. Un ragazzo con discalculia può usare la calcolatrice o tabelle delle formule per concentrarsi sul ragionamento matematico anziché perdersi nei calcoli di base. Un alunno con disgrafia può scrivere al computer con un correttore ortografico, in modo da esprimere i propri pensieri senza che la grafia poco leggibile diventi un ostacolo.
Tra gli strumenti compensativi più diffusi rientrano quindi mappe concettuali e schemi, libri digitali e audiolibri, software di sintesi vocale, programmi di videoscrittura con correttore ortografico, calcolatrici e formulari, tabelle, dizionari digitali e registratori per riascoltare le lezioni. La logica è semplice: non si tratta di "facilitare" o "regalare" un risultato, ma di creare le condizioni affinché l'alunno possa imparare e dimostrare le proprie conoscenze sullo stesso piano dei compagni, valorizzando i suoi punti di forza invece di bloccarlo sulle fragilità.

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Quali sono le misure dispensative per gli alunni con DSA? 

Le misure dispensative sono accorgimenti didattici che sollevano l'alunno con DSA da alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risulterebbero particolarmente faticose o sproporzionate rispetto alle sue possibilità. L'idea non è quella di "togliere" contenuti, ma di ridurre il peso di alcune richieste che rischierebbero di diventare un ostacolo insormontabile, così che lo studente possa concentrarsi davvero sugli obiettivi di apprendimento. Per esempio, un ragazzo con dislessia può essere dispensato dalla lettura ad alta voce in classe, che per lui rappresenterebbe una prova ansiogena e poco utile. Uno studente con disgrafia può non essere obbligato a prendere lunghi appunti a mano, perché la scrittura manuale risulta lenta e dolorosa. In matematica, un alunno con discalculia può essere dispensato dal calcolo a mente o dalla copia ripetitiva delle tabelline, potendo comunque dimostrare le proprie capacità di ragionamento attraverso altri canali. Tra le misure più frequenti troviamo quindi tempi aggiuntivi per le verifiche, la riduzione della quantità di esercizi senza alterare gli obiettivi didattici, la possibilità di svolgere interrogazioni orali al posto di prove scritte particolarmente complesse, la valutazione più attenta ai contenuti che non alla forma, la flessibilità nelle modalità di esposizione. La differenza rispetto agli strumenti compensativi è sottile ma importante: gli strumenti "aggiungono" un supporto che compensa la difficoltà (come la calcolatrice o la sintesi vocale), mentre le misure dispensative "tolgono" o alleggeriscono compiti che risulterebbero penalizzanti.

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Il Tutor DSA è una professione libera?

Sì, ci si può proporre autonomamente come libero professionista, aprendo partita IVA o collaborando con associazioni, centri di doposcuola, cooperative o studi privati. L'aspetto centrale, però, resta la competenza: chi si presenta come tutor deve avere un bagaglio di conoscenze certificabile e aggiornato, perché genitori e scuole si affidano a queste figure per un sostegno importante nella vita scolastica dei ragazzi.

📍 Ricevo presso Pescara Salute
🏢 Via Tiburtina Valeria 87
💻 Sessioni disponibili anche online
📞 Tel. 327 463 5132


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