
Tutor DSA
Recupero scolastico e progetti d'eccellenza
Non esiste un bambino destinato ad essere peggiore degli altri. Tutti possono diventare migliori, al di là del loro punto di partenza.
L'idea che alcuni bambini siano "destinati" a rimanere indietro è un pregiudizio che non regge di fronte alla realtà dell'apprendimento umano. Ogni ragazzo porta con sé un bagaglio di risorse, talenti nascosti, energie che spesso non emergono perché manca il contesto giusto per farle fiorire. Non è la difficoltà iniziale a determinare chi diventerà, ma la possibilità di ricevere gli strumenti adeguati e il sostegno necessario per trasformare quella difficoltà in un trampolino.
Un bambino con lentezza nella lettura, se accompagnato con pazienza e strategie personalizzate, può scoprire di avere un pensiero creativo fuori dal comune. Un altro, che fatica con i numeri, può sviluppare una sensibilità musicale straordinaria, o una capacità di osservazione che lo renderà brillante in altri campi. La scuola e la famiglia hanno il compito di riconoscere questi talenti e nutrirli, senza lasciare che un singolo ostacolo diventi un marchio indelebile.
Tutti possono crescere, non per diventare uguali, ma per diventare la versione migliore di se stessi. Il punto di partenza non è mai un confine, ma semplicemente l'inizio del viaggio.
La mia attività professionale è rivolta a bambini e ragazzi di età compresa fra i 6 e i 16 anni.

Il ruolo del tutor per gli alunni con DSA si realizza attraverso lo svolgimento di tre funzioni:
1. quella di esperto, cioè di un professionista formato per programmare, realizzare e verificare percorsi formativi;
2. quella di facilitatore, cioè di un adulto che affianca l'alunno e la sua famiglia per il raggiungimento delle conoscenze e competenze e che facilita l'apprendimento dell'allievo;
3. quella di risorsa, cioè di strumento attraverso cui l'allievo possa sviluppare consapevolezza rispetto alle conoscenze e alle competenze apprese e possa superare le difficoltà incontrate.

I disturbi specifici dell'apprendimento.
Dislessia: disturbo della lettura. La dislessia viene valutata secondo due parametri, velocità e accuratezza di lettura, i quali devono essere significativamente inferiori a quelli attesi per età e classe di riferimento per poter porre la diagnosi.
Disgrafia: disturbo della grafia. La Disgrafia è un disturbo specifico che si manifesta come difficoltà a riprodurre sia i segni alfabetici sia quelli numerici; essa riguarda quindi esclusivamente il grafismo e non le regole ortografiche e sintattiche. La disgrafia viene valutata secondo i parametri di fluenza e leggibilità del tratto grafico.
Disortografia: disturbo della scrittura. La disortografia viene valutata secondo il parametro di accuratezza ortografica. Per poter porre la diagnosi le prestazioni devono essere significativamente inferiori a quelle attese per età e classe di riferimento.
Discalculia: disturbo nelle abilità di numero e di calcolo. La discalculia viene valutata secondo due parametri, velocità e accuratezza delle abilità aritmetiche, i quali devono essere significativamente inferiori a quelli attesi per età e classe di riferimento per poter porre la diagnosi.
Immagina una classe di scuola media. Durante l'ora di italiano l'insegnante assegna un brano da leggere ad alta voce. Un alunno con dislessia inizia a leggere, ma inciampa spesso, rallenta, confonde lettere simili come "b" e "d" o "p" e "q". Non è che non sappia leggere: è che il suo cervello impiega più tempo a decodificare i segni e trasformarli in suoni. Quando tocca scrivere, può entrare in gioco la disortografia: lo stesso ragazzo potrebbe scrivere "quore" invece di "cuore" o dimenticare le doppie, non perché non conosca le regole, ma perché il collegamento tra suono e grafema è fragile.
In un altro momento, quando l'insegnante chiede di copiare un testo dalla lavagna, interviene la disgrafia. La mano fatica a mantenere un ritmo regolare, le lettere scappano fuori dai margini, la calligrafia diventa difficile da decifrare, e il gesto di scrivere richiede una quantità di energia che lascia lo studente stanco e frustrato.
Arriva poi l'ora di matematica. L'alunno con discalculia deve ricordare le tabelline: 7×8 non gli resta in mente, ogni volta deve ricontare, perde tempo e si confonde con il riporto nelle operazioni in colonna. Anche la lettura dei numeri grandi, come distinguere 604 da 640, può essere un ostacolo.
Questi esempi aiutano a capire che non si tratta di "svogliatezza" o "distrazione", ma di difficoltà specifiche, che emergono in contesti molto concreti e quotidiani della vita scolastica.
📍 Ricevo presso Pescara Salute
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💻 Sessioni disponibili online
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Vuoi capire se il coaching scolastico può davvero aiutare un bambino con DSA a sentirsi più sicuro nello studio? La prima sessione è gratuita e senza impegno: un momento per conoscersi, scoprire i vantaggi concreti e valutare insieme se questa può essere la strada giusta per trasformare la fatica in possibilità.